
Dubbi, paure, frustrazioni, ansie… Quali sono le cause profonde della crisi dell’artista, così ben evidenziata dal recente sondaggio CNAFAM?
Quali sono le vere cause della crisi dell’artista?
Si tratta soltanto delle difficoltà insite nel mestiere?
Siamo tutti consapevoli che percorrere le vie dell’arte, della musica, della danza significa impegno, sacrificio, costanza, dedizione, perseveranza; che il talento che si possiede non sembra mai abbastanza; che fattori esterni (fortuna, amicizie, appoggi, maggiore o minore sensibilità della società e delle Istituzioni) possono talvolta giocare una parte considerevole.
Siamo tutti consapevoli di trovarci in un momento molto delicato, in cui una subdola epidemia sta mettendo ancor di più in discussione le nostre certezze.
Eppure questi argomenti, sebbene rilevanti, non spiegano l’intensità e la profondità con cui viene avvertita la crisi.
C’è qualcosa di più.
Qualcosa di cui ancora ben pochi si sono resi conto.
Un passaggio epocale
La realtà è che stiamo tutti vivendo un profondo cambiamento dell’intera società, che sta transitando dall’era “moderna” a un’era nuova: l’era “tecnologica”, “digitale”, “post-moderna”.
La rivoluzione tecnologica sta trasformando tutta la civiltà umana in così poco tempo da lasciarci sbalorditi, esterrefatti, senza parole, senza fiato. Sta creando un mondo nuovo. Una società nuova. Con caratteristiche nuove. Con lavori nuovi. Con nuovi rischi. Con nuove opportunità.
Ciò che non si adegua a queste trasformazioni epocali è destinato a scomparire.
Ma chi sa cogliere al volo il cambiamento è destinato a grandi cose.
Ce lo spiega da par suo Alessandro Baricco in questi due libri straordinari, illuminanti, scritti a 12 anni di distanza l’uno dall’altro, ma legati fra loro da un unico filo conduttore:
1. I Barbari
2. The Game
Vuoi una banale dimostrazione che nulla è più come prima? – Ci chiede Baricco.
Prova, anche solo per un attimo, a immaginare un mondo senza smartphone, senza Google, Amazon, YouTube, Facebook, Instagram, WhatsApp, senza Apple Store, Google Play…
Un mondo simile sembra oggi inconcepibile.
Eppure, vent’anni fa non c’era nulla di tutto ciò.
In pochi anni è cambiato tutto.
In un tempo straordinariamente breve abbiamo costruito una nuova civiltà, basata su un rapporto liquido e simbiotico tra mondo reale e virtuale.
I Barbari e il suo sequel, The Game, descrivono con geniale lucidità questo cambiamento epocale.
E spiegano come i dubbi, le paure, le frustrazioni, le ansie degli artisti siano condivise da una larga fetta dell’umanità.
La crisi investe tutte le professioni
Con ciò non voglio consolarti.
Ma voglio spiegarti che hanno torto quelli che ti dicono che l’arte, la musica, l’interpretazione artistica, musicale, coreutica, siano vicoli ciechi (“strade che non spuntano”, si dice dalle nostre parti).
Te lo vuole far credere chi non ha i mezzi per interpretare la realtà.
Tutte le figure, i ruoli e i mestieri “tradizionali” sono in crisi profonda.
Quanti mestieri “tradizionali” sopravvivranno all’era tecnologica?
Il mestiere che ti propongono di fare in alternativa sopravvivrà?
Le professioni legate all’arte, alla creatività e allo spettacolo hanno prospettive brillanti
Posso dirti una cosa.
L’uomo avrà sempre bisogno di arte e di musica, in quanto espressione profonda dell’animo umano, e avrà sempre più bisogno di tornare all’umano quanto più il mondo sarà dominato dal non-umano, ossia dalla tecnologia.
Il mondo avrà sempre più bisogno di creativi: artisti e musicisti, poeti e scrittori, compositori e interpreti, coreografi e danzatori; e – di conseguenza – di insegnanti nei campi dell’arte, della musica, della creatività, della danza, mentre non avrà presto più bisogno di altre figure professionali tradizionali.
E non lo dico io: lo diceva già una ricerca del Roland Berger Institute del 2014, riportata da Panorama, che conferma che le professioni legate al mondo dello spettacolo resisteranno saldamente.
E ancora, più di recente, lo conferma una interessantissima ricerca del 2019, riportata anche dal Corriere della Sera, che ti propongo come risorsa gratuita.
Risorsa gratuita



Una ricerca di Pearson, Nesta e Oxford Martin School del 2019 afferma che “le professioni connesse con le attività creative, il digitale, il design e la progettazione hanno prospettive brillanti e sono integrate e potenziate (piuttosto che sostituite) dalla tecnologia digitale”, e sono previsti in crescita “gli impieghi nel settore pubblico e in particolare in quello dell’Istruzione”.
Ti è sufficiente inserire nel seguente form il tuo indirizzo mail e accederai direttamente alla ricerca completa!
L’artista dovrà cambiare profondamente
Però non farti illusioni.
Non credere che l’artista possa rimanere per sempre eguale a se stesso; che possa studiare sempre allo stesso modo; che un buon docente, lo studio, il sacrificio, il talento, siano condizioni sufficienti per il successo; non credere che la vita concertistica si svolgerà sempre in maniera tradizionale; che i meccanismi per il successo e la carriera rimarranno sempre uguali.
La rivoluzione digitale sta profondamente modificando la concezione stessa dell’arte e dell’interpretazione artistica, cioè la tua natura, il tuo ruolo, la tua funzione nella società.
Si sta compiendo un “passaggio epocale”. Sta tramontando una concezione tradizionale, sempre più in crisi e in discussione: l’interpretazione “romantica”, ottocentesca, del genio, del virtuoso, espressione e incarnazione della società borghese e dei suoi bisogni; l’interpretazione “moderna”, novecentesca, della performance intesa come “rito sacerdotale” di fronte a un pubblico spettatore passivo e silenzioso, per lo più dal vivo, con un repertorio storico, presentato in maniera statica e museale.
Da queste visioni tradizionali si sta rapidamente, tumultuosamente passando a una concezione dell’arte e dell’interpretazione artistica completamente nuova e diversa, ancora in parte inesplorata: quella che io chiamo una concezione post-moderna dell’arte e dell’interpretazione artistica.
Questa scoperta, questa rivelazione cambia tutto.
Quindi, se vuoi sopravvivere, dovrai cambiare profondamente.
Chi non se ne rende conto rischia di rimanere fuori dai giochi, fuori mercato. Ma chi se ne rende conto in tempo ha un vantaggio straordinario sugli altri.
Su questo voglio proporti altre due letture illuminanti: due libri che si interrogano sul senso dell’arte e dell’interpretazione artistica nel mondo contemporaneo.
Voglio scomodare ancora Alessandro Baricco, con il suo
L’anima di Hegel e le mucche del Wisconsin
E il recente libro di Piero Rattalino:
L’interpretazione pianistica nel postmoderno
Dalla loro lettura potrai capire come la questione dell’impatto della post-modernità sull’arte e sulla performance sia perfettamente avvertita dagli intellettuali più avveduti.
Eppure… la ricetta che ti propongono è sempre la stessa
Eppure, anche di fronte a questi cambiamenti epocali, che sono sotto gli occhi di tutti, tutti continuano a proporti le stesse ricette, trite e ritrite, già viste e sentite, unilaterali, obsolete: docente tradizionale in Istituzioni tradizionali, lezioni tradizionali, stili e repertori tradizionali, scelte interpretative tradizionali, rapporto tradizionale tra docente e allievo.
Il docente trasmette all’allievo le proprie idee tradizionali, l’allievo deve recepirle (per lo più acriticamente) e riprodurle. L’allievo viene preparato per sostenere esami tradizionali, concerti tradizionali, concorsi tradizionali, di fronte a giurie formate da altri docenti tradizionali.
Dove vuoi arrivare con questo approccio?
Ad assicurarti qualche 30 e qualche lode in Conservatorio o in Accademia? Qualche vittoria in competizioni tradizionali (dove ci sono amici in giuria…)? Qualche concerto in parrocchia?
Non preoccuparti. Andrà tutto bene. Almeno finché non uscirai dal guscio caldo e protettivo della tua Istituzione (Accademia, Conservatorio, Scuola, Università…) e ti renderai conto che il corso o le lezioni private presso il tuo docente tradizionale non ti portano da nessuna parte.
L’approccio tradizionale, unilaterale, trascura tutti gli altri aspetti, soprattutto quelli che – in quest’epoca – farebbero la differenza: elaborazione e sviluppo di un metodo di studio personale e autonomo, idee e progetti originali e innovativi; fantasia, creatività, curiosità… Non parliamo poi della cura della propria autostima, determinazione e perseveranza; dell’acquisizione di strategie di comunicazione e autopromozione; della conoscenza della normativa di settore; della consapevolezza di sé e del proprio ruolo nella società tecnologica post-moderna; della realizzazione di sé, come artista e come persona…
La necessità di un approccio totalmente nuovo
L’approccio vincente deve essere, al contrario, “multilaterale”, “globale”, perché deve considerare tutti gli aspetti che agevolano la carriera dell’artista oggi, e “moderno”, o meglio “post-moderno”, perché deve considerare tutti gli strumenti e le conoscenze a disposizione dell’artista e del docente dell’epoca post-moderna, a partire dalle nuove tecnologie.
Se avrai il piacere di seguirmi, ti farò da guida in questo mondo che cambia, con un approccio totalmente nuovo.
Sono pienamente d’accordo e lo professo da anni. Da qualche anno poi sono docente di conservatorio di teoria ritmica e percezione musicale e mi sforzo, nel mio piccolo, di trasmettere ai miei allievi questa visione e questa “percezione” della musica e dell’arte in generale.
A presto
Grazie dell’apprezzamento! Spero allora che tu condivida l’articolo con i tuoi allievi! Buon lavoro e buona fortuna!